| Scusa Francesco, ho letto attentamente la proposta e non mi sembra lontana dalla vostra. Qualche esempio:
5. Fatti salvi i prelievi destinati al consumo umano per il soddisfacimento del diritto all’acqua, il rilascio o il rinnovo di concessioni di prelievo di acque deve considerare il principio del recupero dei costi relativi ai servizi idrici, compresi i costi ambientali e relativi alle risorse soddisfacendo in particolare il principio “chi inquina paga”, così come previsto dall’articolo 9 della Direttiva 2000/60 CE , fermo restando quanto stabilito all’articolo 8 della presente legge. Per esigenze ambientali o sociali gli Enti preposti alla pianificazione della gestione dell’acqua possono comunque disporre limiti al rilascio o al rinnovo delle concessioni di prelievo dell’acqua anche in presenza di remunerazione dell’intero costo. [...] 2. La gestione del servizio idrico integrato è sottratta al principio della libera concorrenza, è realizzata senza finalità lucrative, persegue finalità di carattere sociale e ambientale, ed è finanziata attraverso meccanismi di fiscalità generale e specifica e meccanismi tariffari. [...]
Sopratutto: Questo vuol dire, mi sembra, quello che dite voi: stabilire delle tariffe e quindi anche un tetto massimo 1. Con apposito decreto, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Governo definisce il metodo per la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato per tutti gli usi dell’acqua, nel rispetto di quanto contenuto nel presente articolo.
Unica differenza credo riguardi questa parte: 3. La gestione e l’erogazione del servizio idrico integrato non possono essere separate e possono essere affidate esclusivamente ad enti di diritto pubblico.
Io sinceramente sono d'accordo a stabilire questo principio, perchè ci vuole una risposta forte a un attentato alle risorse pubbliche. Tuttavia credo possiamo ovviare al problema e utilizzare proficuamente la "concretezza" dei rinnovisti. Questa proposta, innanzitutto, riguarda il governo nazionale, non regionale. La Regione non può fare altro che stabilire delle misure che vadano in direzione della ripubblicizzazione dell'acqua, non può, come dice Francesco, recidere contratti di gestione già stipulati. Il principio dell'acqua pubblica, soprattutto se riformulato come ACQUA BENE COMUNE come proposto da me (in realtà è una proposta di Tommaso), deve essere stabilito come linea guida (e mi sembra siamo tutti d'accordo) anche in un programma regionale, ma nelle proposte concrete possiamo (o dobbiamo?) muoverci diversamente: fare in modo che i contratti di gestione attualmente vigenti siano sempre più "scomodi", per esempio con l'introduzione di un tetto massimo di spesa. Ma a questo punto, non è più semplice usare la formula della proposta di legge di cui sopra, per cui le istituzioni pubbliche stabiliscono le tariffe? Comunque invito i rinnovisti a integrare la loro proposta con quella del forum italiano per l'acqua. Ricordiamoci infine che non prendere una posizione chiara e inequivocabilmente su questo argomento sarebbe politicamente una pessima mossa
|