Istruzione e formazione, (programma nazionale PBC)

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Rughetto
view post Posted on 12/10/2009, 14:40




Propongo Pia (attivista RPI) professoressa elementare moooolto attivista sotto questo aspetto per il convegno

 
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michelerpi
view post Posted on 12/10/2009, 16:04




Sì sì...Garantisco anche io per Pia.
 
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Rughetto
view post Posted on 12/10/2009, 16:19




queste le mie considerazinni sulle proposte di Sergio..spero aiutino..

Proponiamo dunque:

- Rilancio della scuola pubblica attraverso fondi e strutture adeguate.

Ok


- Cancellazione del finanziamento pubblico alle scuole private non convenzionate e utilizzo di tali fondi per incrementare il personale docente, promuovere corsi di aggiornamento per i docenti ed il risanamento degli edifici scolastici.

(da verificare con il tema bilancio come viene gestita la cosa dalla regione lazio)


- Revisione delle assegnazioni di risorse finanziarie pubbliche al "sistema della formazione professionale"; recupero dei finanziamenti pubblici illecitamente erogati.

Credo sia una ripetizione di concetti di recupero finanziario ed investimento già espressi)

- Revisione dei criteri di accertamento del corretto impiego dei finanziamenti, per un effettivo controllo sulla formazione erogata e sull'esito in termini di competenze acquisite.

(concetto giusto va solo semplificato nel testo)

- Utilizzare software libero nel sistema educativo (dalle scuole elementari).

Cioè?sono un po’ ignorante in materia ma come me potrebbero esserlo tanti che leggeranno il programma..

- Incentivazione dei micro-nidi

OK perfetto

- Istituzione di almeno uno psicologo in ogni istituto (fino alle scuole superiori incluse), che fornisca un supporto costante agli insegnanti.

PERFETTO ma metterei anche fisso per i ragazzi in tutte le scuole

- Istituzione di almeno un esperto in tecniche educative in ogni istituto (fino alle scuole superiori incluse), continuamente aggiornato sugli sviluppi teorico-scientifici in questo campo, che avrà il compito di: coordinare il lavoro di tutto il corpo docente; collaborare con i singoli insegnanti, per migliorare le tecniche educative; supportare i nuovi insegnanti, soprattutto i precari, oggi lasciati spesso a se stessi

OK PERFETTO

- Incremento di attività extracurricolari obbligatorie, ma senza sistema di votazione, che favoriscano l'interazione con gli insegnanti e tra gli studenti (fino alle scuole superiori incluse). In particolare: musica (soprattutto per asili e scuole materne), arte, teatro, artigianato (soprattutto nelle scuole superiori), stage nelle piccole imprese e nelle istituzioni pubbliche (soprattutto nelle scuole superiori, ma anche nell'università).

OK perfetto

- Introduzione di corsi interdisciplinari, con classi miste, che favoriscono una maggiore interazione con i docenti e tra gli studenti (anche di altre classi) e un insegnamento meno a compartimenti stagni

LO unirei al punto sopra…per fare un solo punto

- Incentivazione degli strumenti di interazione tra genitori e insegnanti (fino alle elementari), tra studenti, docenti e genitori (fino alle scuole superiori incluse) e tra studenti e professori (nelle università)

OK anche se un po ripete cose dette


- Semplificare il sistema delle graduatorie per i docenti precari, privilegiando la continuità dell'insegnamento e, se possibile, la vicinanza geografica rispetto all'istituto (v. Programma Chilometri 0).

OK

- Scuolabus e agevolazioni per i trasporti per gli studenti

OK

- Stabilire un tetto minimo e un tetto massimo di studenti extracomunitari per ogni istituto, sulla base del numero di cittadini extracomunitari della zona relativa

(il tetto minimo non credo si possa stabilire

- Risposta alle esigenze reali degli studenti universitari, attraverso l'offerta di servizi. In particolare: incremento degli studentati e affitto agevolato per gli studenti (in base a reddito e merito), ad esempio con convenzioni con piccoli bed & breakfast; aumento delle mense studentesche a prezzi molto ridotti e a seconda del reddito; incremento delle biblioteche e della reperibilità dei libri di testo, anche attraverso l'organizzazione di scambi (temporanei o definitivi) dei testi

Allora qui il discorso è molto vasto…ma è un punto fondamentale..

Vi dico la mia..

Credo che la Regione dovrebbe spostare le università fuori roma…
I paesini vicino Roma nord e Sud si predispongono benissimo a questo…ovvero costruire delle piccole città universitarie alle porte di roma con appartamentini circostanti…
Università moderne..immerse nel verde.

Questo porterebbe a :

- decentrare il traffico (persone che escono da roma la mattina invece di entrarci)
- possibilità di creare nuove strutture abitative SOLO per studenti e docenti in zone dove comunque prima o poi qualche minchia di costruttore ci speculerà sopra (ovvi che i criteri devono essere geografici)
- migliorare la vivibilità dell’università stessa vista


- Controllo rigido e puntuale sui servizi offerti, per fare in modo che ne usufruisca solo chi ne ha diritto

(questo punto lo toglierei.o riformulerei..troppo generico)

- Promozione della cultura della diversità di genere (etnia, religione, cultura, sesso, orientamento sessuale, ecc.) attraverso corsi e laboratori scolastici.

OK OTTIMO

- Promozione della pedagogia interculturale attraverso corsi per i docenti.

(aggiungerei e familiari… io credo che dobbiamo cominciare ad assistere seriamente i genitori.
Un genitore ormai non può più combattere contro l’educazione che non dipende da lui (televisione – videogiochi etc et)


- Maggiore coinvolgimento e consultazione dei gruppi studenteschi e delle associazioni che lavorano nel campo dell'istruzione, di qualsiasi schieramento politico (purchè rispettino la costituzione e le leggi), anche attraverso la creazione di un'apposita anagrafe

Ok perfetto

- Per garantire una maggiore trasparenza e una vera meritocrazia, introduzione di almeno un membro esterno sia alla facoltà che all'ateneo per l'attribuzione di dottorati di ricerca, assegni di ricerca e borse di studio, e per l'assegnazione di posti di ricercatore e professore universitario

OK perfetto

- Stabilire per ciascun docente universitario la quantità di ore dedicate al ricevimento e all'insegnamento e quelle dedicate alla ricerca; controllare l'effettivo svolgimento del monte ore, anche attraverso la partecipazione di studenti e docenti esterni, con possibilità di decurtazione dello stipendio nei casi di inadempienza.

(ok perfetto)

Ripenserei (non so se è di competenza regionale) al concetto della TESI di Laurea
Com’è fatta ora è una grandissima perdita di tempo…
Per esempio in Francia non c’è proprio..
Assurdo che una persona perda sei mesi di lavoro per un colloqui di venti minuti fatto anche a cavolo..
Andrebbe rivisto …



 
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sergiomazzanti
view post Posted on 14/10/2009, 21:27




sto rielaborando le mie idee
per esempio ho dubbi sull'opportunità dei corsi di aggiornamento
servono a poco e sono dei magnasoldi
l'aggiornamento migliore deve essere fatto IN LOCO
cioè attraverso gli insegnanti degli insegnanti che DEVONO STARE NELL'ISTITUTO
per lo stesso motivo non concordo sulla necessità degli psicologi per i ragazzi
non servono quasi a niente
non li usano e costano un sacco
lo psicologo dello studente minorenne DEVE ESSERE L'INSEGNANTE

invece sono interessanti il discorso sui familiari e quello sul decentramento delle università, soprattutto Roma, però bisogna studiarli bene
basta credo specificare il punto sull'interazione tra familiari e professori

Il discorso del numero minimo degli studenti secondo me è invece GENIALE
Le polemiche solite tra pro e contro numero massimo = destra e sinistra le liquidiamo così
Benissimo il numero massimo, ma introduciamo anche quello minimo, in rapporto alla popolazione straniera di ogni zona.
Così distruggiamo i discorsi destrorsi di "purità nazionale" e quelli sinistrorsi di "siete razzisti!"
Contro le vecchie ideologie per il buon senso: il numero degli stranieri per scuola deve essere proporzionato (ovviamente con un margine minimo e massimo) alla percentuale di stranieri nella zona. Semplice e geniale
Perchè non si può Francesco?
 
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michelerpi
view post Posted on 14/10/2009, 23:12




Due cose:

1) Non deve esistere alcun tetto massimo o minimo di extracomunitari nelle scuole perché decade il valore umano più importante e cioè che siamo tutti uguali. E' inaccettabile differenziare gli extracomunitari da quelli che non lo sono in un paese civile e questo in ogni modo, in ogni tempo ed in ogni luogo a prescindere dal contesto. Il concetto dell'extracomunitario in natura non esiste perché in natura non esiste neppure la CEE, per cui è un concetto improponibile.

2) Il discorso sul decentramento delle università di Francesco è ottimo e condivisibile, ma, come in tutti gli altri discorsi di decentramento, sarebbe impossibile, ancor di più per gli studenti che spesso non hanno la macchina, senza fare dei servizi pubblici di trasporto per i collegamenti sia tra Roma e provincia che tra i vari paesi. Direi almeno di pari intensità a quelli dentro Roma.
 
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Rughetto
view post Posted on 19/10/2009, 14:45




non lo so sergius... vado il dubbio che mi viene è su base logica..ovvero.. concordo con l'idea..partiamo da questo presupposto..

ma è difficile concepire un numero minimo perchè vorrebbe dire che se non viene raggiunto la scuola deve andare a contattare questi ragazzi per invitarli..tenendo conto che molte volte la collocazione territoriale nelle scuole elementari per esempio conta poco..io abitavo alla pisana ed andavo ad ottaviano perchè mia madre lavorava li..lo stesso debby o altre persone che conosco..
Quindi dipende da dove lavora il genitore che accompagna il ragazzo spesso.

Quindi la vedo difficilmente applicabile..
Anche perchè se non raggiunge un tetto minimo che fa..non parte la classe?

per il tetto massimo forse è meglio parlarne un po..potrebbero nascere dei fraintendimenti di concetto fra razza ed organizzazione...questo rispondendo a michele invece..

il fatto che la CEE non c'è in natura conta nulla..scusami se te lo dico..ci sono dei trattati con accordi internazionali e nazionali che vanno rispettati ... quindi se esiste il concetto di extracomunitario dobbiamo tenerne conto..

Il discorso è che secondo me se una persona ha una documentazione per stare in italia deve poter essere equiparato ad un italia.

Dal punto di vista culturale invece il problema culturale invece il problema è un po più complicato ed il tetto masimo può avere un significato importante..

sarà interessante sviluppare e parlare di questa cosa..
 
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michelerpi
view post Posted on 19/10/2009, 15:34




Non mi interessano i trattati Frà....quà ci sono dei valori umani che vanno rispettati prima di tutto....
 
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Rughetto
view post Posted on 19/10/2009, 18:06




nessuno lo mette in discussione...

ma l'unico modo per risolvere problemi reali è affrontandoli realisticamente...

Miki se vuoi farne una questione di concetto sono con te e siamo tutti più o meno d'accordo... ma un problema reale come questo è totalmente immune da un discorso di concetto.

Ci sono degli organi come la Comunità Economica che devi considerare....ed il grande sforzo è trovare delle soluzioni per risolvere una questione delicata come questa in maniera applicabile..

ecco perchè ti dico..guarda che basare una proposta sul fatto che la Comunità economica non esiste in natura credo sia errato..

poi magari mi sbaglio ma secondo me è saggio tenere conto che l'Italia è in un discorso Europeo , ha di doveri, ha dei benefici, ha delle regole e deve obbligatoriamente considerare un cittadino non europeo Extracomunitario.

Ma il problema non è del termine..
Extracomunitario non è una cosa buona o cattiva.. è un termine..

noi dobbiamo riflettere sui concetti che regolano questo..

Non ti sto dicendo che è sbagliato il tuo concetto di fondo è.. ti sto solo dando una chiave di lettura più pratica e concreta..

Sergio.. per capire...tu perchè troveresti utile il tetto massimo?

 
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sergiomazzanti
view post Posted on 6/11/2009, 13:54




Il tetto massimo senza tetto minimo è razzismo
Quindi o si mette tutti e due o non se ne mette nessuno
La mia è un'idea, si può ovviamente discuterne e cassarla impietosamente, ma inviterei a rifletterci sopra.
Il tetto massimo è utile per evitare casi di scuole fatte quasi solo di extracomunitari.
Ce ne sono, una famosa è a Tor Pignattara, usata dalla sinistra come arma ideologica: come siamo buoni accogliamo tutti gli stragneri.
Poi invece si tratta di una situazione assurda, una specie di ghetto che rende impossibile l'integrazione (cioè l'integrazione è tra i diversi stranieri tra loro, ma non tra gli stranieri e gli'italiiani, cioè quello di cui c'è davvero bisogno)

Praticamente il tetto massimo non è una cosafacilissima, da introdurre, ma credo si possano trovare delle soluzioni.
Io sto parlando comunque soprattutto della scuola fino al liceo escluso, cioè dove i bambini difficilmente vanno troppo lontani da casa propria.

Il concetto che vorrei esprimere è:
La scuola dovrebbe essere miscelata più o meno come la società.
Una scuola che non rispecchia la società, insegna male.
Se in una zona i bambini vedono per strada il 50% di stranieri e a scuola ne vedono 2-3 se va bene è sbagliato.
Se in una zona i bambini vedono pochi stranieri per strada e a scuola ne sono pieni è sbagliato.

Sicuramente i tetti massimo e minimo dovrebbero essere molto "elastici".
Ci si può basare sulla popolazione censita della zona, utilizzando le suddivisioni tradizionali.
In un municipio (forse meglio usare un'unità più piccola) mettiamo c'è il 20% di extracomunitari?
La percentuale in una scuola. mettiamo, non può essere superiore al 35% nè inferiore al 10%.
Percentuali minori o maggiori sarebbero quanto meno "sospette".
Il discorso vale ancora di più fuori Roma

@Michele: si potrebbe parlare di non italiani, invece che di extracomunitari (anche se in realtà è un termine giuridico, di per sè neutro)
 
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michelerpi
view post Posted on 6/11/2009, 14:32




Va bene ciò che dici Sergio. Ma alla luce proprio di ciò che dici non serve alcun limite massimo e minimo, secondo me.
 
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Cet
view post Posted on 6/11/2009, 19:50




CITAZIONE (michelerpi @ 14/10/2009, 23:12)
Due cose:

1) Non deve esistere alcun tetto massimo o minimo di extracomunitari nelle scuole perché decade il valore umano più importante e cioè che siamo tutti uguali. E' inaccettabile differenziare gli extracomunitari da quelli che non lo sono in un paese civile e questo in ogni modo, in ogni tempo ed in ogni luogo a prescindere dal contesto.

Sto leggendo attentamente tutta questa discussione e comincio col quotare questa osservazione di Michele, che corrisponde tra l'altro al sentire comune degli insegnanti, in particolare nelle scuole elementari, che io conosco meglio. Faccio la maestra da molti anni, dopo aver iniziato la mia carrierra di insegnante di Lettere prima al Liceo e poi alle scuole medie.
Vi informo che ogni scuola, in base al criterio dell'autonomia, può iscrivere anche 15 alunni stranieri a classe(rom e altro) in base alle esigenze del proprio territorio. Per es. se la mia scuola sta accanto a un campo nomadi o in una zona popolata da filippini, si potranno avere classi con grande presenza di questi bambini. In altre scuole(tipo ai Parioli o altri)magari non ci sarà neanche uno straniero per classe.Punto

Non c'è alcun bisogno quindi di fissare un tetto minimo e massimo, altrimenti si va a rimarcare il concetto di "diversità".

CITAZIONE (sergiomazzanti @ 14/10/2009, 21:27)
sto rielaborando le mie idee
per esempio ho dubbi sull'opportunità dei corsi di aggiornamento
servono a poco e sono dei magnasoldi
l'aggiornamento migliore deve essere fatto IN LOCO
cioè attraverso gli insegnanti degli insegnanti che DEVONO STARE NELL'ISTITUTO
per lo stesso motivo non concordo sulla necessità degli psicologi per i ragazzi
non servono quasi a niente
non li usano e costano un sacco
lo psicologo dello studente minorenne DEVE ESSERE L'INSEGNANTE

Ho già espreso le mie idee a Sergio:i corsi dovrebbero essere di AUTOAGGIORNAMENTO, cioè in loco e fatti da insegnanti ad altri insegnanti. Nella mia esperienza ho visto che sono quelli che funzionano di più.

Riguardo la presenza di uno psicologo ,per le scuole elementari è vero che lo psicologo migliore è l'insegnante, per le medie e il liceo invece ci sono problemi specifici(droga/sessualità/aggressivita') che vanno affrontati e gestiti da uno specialista del comportamento. Infatti, di solito ,i docenti delle scuole superiori non hanno nessuna formazione nel merito.

Il vero problema è che spesso queste figure specialistiche(psicologo) nella scuola non sono il massimo della competenza e professionalità e magari possono fare più danno che bene. Quindi, dovrebbero comunque lavorare sempre a stretto contatto con gli insegnanti, come SUPPORTO e non come figure "giudicanti ed etichettanti".
Non so se il mio pensiero è chiaro.
 
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Cet
view post Posted on 6/11/2009, 20:26




CITAZIONE (meetup ROMA e SEI Stelle @ 2/10/2009, 09:32)
un mio "pallino": l'insegnamento di "sicurezza" nelle scuole.
Che comprende : sicurezza stradale, sicurezza a casa e sicurezza nel lavoro. SArebbe bene che sin da piccoli si inculcasse la nozione di "sicurezza".
La mancanza di questa nozione causa ogni anno di molte migliaia di morti che potrebbero essere evitate solo se ci fosse un approccio diverso su "come" fare le cose. Anche all'asilo si possono spiegare le prime cose basilari. MAgari questo riguarda però i programmi scolastici a livello nazionale e non regionale, o no?

risposta ad Alessandro: in base all'autonomia scolastica, questo tuo "pallino" è già attuabile.
ecco un estratto di quello che è stato programmato nella mia scuola, per i prossimi anni scolastici:

E’ stato indicato in questa mappa un itinerario didattico che si snoda in aree tematiche ben definite:
-EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’
- EDUCAZIONE ALLA SALUTE
- EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA
- EDUCAZIONE ALLA INTERCULTURALITA’
- EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA
- EDUCAZIONE AMBIENTALE

Tutte queste aree, che ogni insegnante potrà articolare in maniera personale , concorrono nel loro insieme a conseguire l’obiettivo finale dell’educazione alla partecipazione democratica e alla convivenza civile.
In questa delicata fase della nostra storia, la scuola è infatti chiamata a rispondere ad un autentico bisogno formativo per risolvere positivamente alcuni problemi cruciali per la convivenza civile.
In tutte le aree sono sottesi gli insegnamenti/apprendimenti di alcuni principi basilari della convivenza civile e pacifica:
a) il senso della responsabilità morale
b) i diritti e i doveri nella vita sociale
c) gli interessi individuali e gli interessi generali
d) i bisogni collettivi e i pubblici servizi
e) la solidarietà sociale
Queste aree tematiche presentano una forte valenza interdisciplinare e trasversale e non devono essere intese come materie che si aggiungono a quelle tradizionali, quanto piuttosto come ambiti di indagine che consentono ai singoli alunni e alla comunità-classe di costruire conoscenze e valori condivisi.

Va precisato che gli apprendimenti e competenze di questa disciplina non sono affatto secondari rispetto alle altre , ma rappresentano il risultato compiuto dell’intero processo di insegnamento/apprendimento della scuola primaria
Si sottolinea, infine , che per ottenere un efficace risultato educativo, la Scuola deve necessariamente raccordarsi con le famiglie ma anche con l’intero contesto territoriale. Si tratta infatti di competenze che possono essere costruite e consolidate solo se il bambino vive quotidianamente esperienze significative e adeguate.
La Scuola potrà così contribuire alla costruzione del cittadino responsabile e consapevole, di cui la nostra società ha sempre più bisogno.

 
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sergiomazzanti
view post Posted on 6/11/2009, 20:33




@Cet: forse non è chiaro che il tetto massimo e minimo sarebbero in proporzione alla realtà locale.
Cioè in vicinanza di un campo Rom ci DEVONO essere tanti bambini Rom.
Se non ci sono c'è un problema della scuola.
Ai Parioli il minimo e il massimo saranno molto inferiori, in proporzione alla popolazione

Ragioniamo inoltre su un fatto: è positivo che ci sia una scuola con una marea di stranieri e una con nessuno?
Obbligare ad avere un minimo e un massimo non aiuterebbe l'integrazione?
E' mai possibile che ai Parioli non hanno mai visto un Rom se non quelli che vendono le rose e a Tor Pignattara un bimbo italiano non sente mezza parola in italiano?
Le istituzioni, credo, dovrebbero aiutare l'integrazione OBBLIGANDO in qualche modo alla convivenza.
E partire dalle scuole mi sembra la cosa migliore.
Più ci ragiono e più mi sembra buona l'idea
Mi dispiace che non piaccia (ovviamente se non sarò convincente l'accantonerò)
 
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meetup ROMA e SEI Stelle
view post Posted on 6/11/2009, 20:43




-EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITA’
- EDUCAZIONE ALLA SALUTE
- EDUCAZIONE ALLA SICUREZZA
- EDUCAZIONE ALLA INTERCULTURALITA’
- EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA
- EDUCAZIONE AMBIENTALE

Vogliamo farne un cenno nel programma?

Mi paiono punto troppo importanti per non esplicitarli.
DAre delle direttive in tal senso, anche se alcune scuole come quella di CET già stanno avanti, non credo sarebbe sbagliato
 
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Cet
view post Posted on 6/11/2009, 21:10




CITAZIONE (sergiomazzanti @ 6/11/2009, 20:33)
Obbligare ad avere un minimo e un massimo non aiuterebbe l'integrazione?

putroppo penso di no.
Accadrebbe come già accaduto con i portatori di handicap, dagli anni 80: ci sarebbe"inserimento", ma non integrazione.
L'integrazione avviene solo quando c'è:
- libertà (e non obbligatorietà)
- risorse umane e strutture per realizzare integrazione
- buona predisposizione del contesto che ti accoglie.

Esempio : se uno è un insegnante razzista, odia i rom, gli africani, i cinesi e tutto il mondo e insegna a Piazza Vittorio, quindi obbligato per legge ad avere in classe 15 extracomunitari, pensi che realizzerà la loro integrazione o li massacrerà ancora di più , perchè hanno "tolto il posto" agli studenti ariani-italiani???
 
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30 replies since 10/8/2009, 19:42   203 views
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