| ASSISTENZA PSICHIATRICA NEL LAZIO
L’assistenza psichiatrica rappresenta uno dei capitoli più spinosi del Servizio Sanitario Nazionale. I motivi di tale complessità e difficoltà sono in buona sostanza ascrivibili alla natura stessa delle patologie mentali; esse, infatti, determinano risvolti individuali, familiari, sociali e legali di grande impatto. Ecco perchè si richiedono in questo specifico settore interventi estremamente articolati, personalizzati e dunque diversificati.
Occorre, poi, evidenziare che in questi ultimi decenni si è registrato un aumento considerevolissimo della incidenza delle patologie psichiatriche nella popolazione, aggravato dalla una sempre maggiore comorbilità di dipendenza da alcool e sostanze stupefacenti (fenomeno particolarmente evidente a Roma).
In Italia l’assistenza psichiatrica è di base regolata dalla cosiddetta legge 180 emanata nel 1978 e poi confluita nella legge 833 del 1978 che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale. Se da una parte va riconosciuto alla legge 180 il merito di aver determinato l’abbandono definitivo della pratica manicomiale, dall’altra va sottolineato con chiarezza che, a tutt’oggi, la sua applicazione presenta aspetti controversi e lacune piuttosto evidenti; ciò nonostante il fatto che l’impegno dei legislatori e degli addetti ai lavori (espletato attraverso i Progetti Obiettivo Salute Mentale che si sono susseguiti negli anni) abbia permesso di registrare alcuni significativi progressi rispetto alla sua entrata in vigore.
Una delle questioni più dolenti è a nostro parere il sostanziale divieto di assistere e curare in maniera continuativa il malato non consenziente. Ciò (insieme ad una carenza di strutture gravissima nel 1978 e poi gradualmente ma non sufficientemente sanata nel tempo) ha determinato un aggravio pesantissimo ed in alcuni casi drammatico innanzitutto sulle famiglie e in seconda battuta sulla intera società. Chi, invece non si poteva e non si può avvalere di un contenimento e di una assistenza da familiare e/o amicale si è trovato in uno stato di sostanziale abbandono. Chi ha commesso reati causati dallo stato di patologia (spesso e volentieri atti di violenza nei confronti dei propri congiunti e amici) è stato processato e ricoverato negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Molti pazienti poi ( a causa di questa situazione legislativa che permette comunque Trattamenti Sanitari Obbligatori discontinui e di breve durata) vengono sottoposti ad assunzioni (per altro costosissime) di psicofarmaci di sintesi. Queste prescrizioni, dato il contesto in cui avvengono, spesso sono massicce in termini quantitativi, non mirate dal punto di vista qualitativo e assolutamente manchevoli della dovuta continuità. Si determinano così a tutt’oggi costi economici e sociali fortissimi ed il venir meno del diritto di assistenza e cura del paziente non consenziente e del diritto alla sicurezza per la famiglia e l’intera società.
Lo stato delle cose rischia infine di alimentare e perpetuare la paura, il pregiudizio e la stigmatizzazione della società nel confronti del cosiddetto “malato di mente”.
PROPONIAMO PERTANTO NELLA REGIONE LAZIO:
Un’interpretazione, applicazione ed eventualmente cambiamento della legge 180 tale da permettere il contenimento, l’assistenza e la cura in modo continuativo anche della persona non consenziente e gravemente disturbata (soprattutto se sussiste il pericolo di atti violenti o comunque fortemente lesivi dei propri ed altrui interessi).
Una maggiore e diffusa istituzione di strutture comunitarie regionali e convenzionate diversificate a seconda dello stato del paziente in cui ciascun soggetto possa essere curato e riabilitato nel massimo rispetto della propria specifica individualità.
Un ampio utilizzo nella assistenza psichiatrica ad integrazione e, quando possibile, a sostituzione della psicofarmacologia di sintesi dei seguenti interventi terapeutici che riteniamo essere più efficaci e meno costosi: la Psicoterapia individuale, di gruppo e familiare, l’Agopuntura, la Massoterapia, la Nutrizione Biologica, la Fitoterapia, la Floriterapia, l’Omeopatia, l’Omotossicologia ect.
L’attuazione di pratiche che permettano al paziente un percorso di riconoscimento, attivazione, espressione e sperimentazione delle proprie vocazioni e risorse personali e del proprio corpo. Da questo punto di vista indichiamo l’arte-terapia, la musico-terapia, la teatro-terapia, la terapia del lavoro (ergoterapia) la danza–terapia come attività estremamente efficaci ed opportune.
Il potenziamento, la qualificazione e la razionalizzazione d’utilizzo del personale addetto alla assistenza psichiatrica.
Una fortissima azione di SALUTOGENESI E PREVENZIONE attraverso: a.La promozione di condizioni di “igiene mentale” nella famiglia, nella scuola, nei luoghi di lavoro e di convivenza b.Una puntuale ed estesa opera di informazione, educazione e formazione sulla tematica in oggetto c.Una maggiore preparazione dei medici di base sulle patologie cosi dette mentali attraverso l’acquisizione sia di nozioni tecniche sia di formazione al colloquio e alla consulenza individuale e familiare.
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