SINTESI ECONOMIA E LAVORO, proposte - controllare competenze

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Rughetto
view post Posted on 29/10/2009, 12:08





LAVORO

Generalmente si suddivide l’area tematica riguardante il lavoro nei settori seguenti:

1. ammortizzatori sociali
2. occupazione e mercato del lavoro
3. orientamento e formazione professionale
4. previdenza
5. vigilanza
6. lavoro e disabilità

In questo primo scorcio di analisi sui settori abbiamo terminato di analizzare ciò che oggi è attivo nell’ambito degli ammortizzatori sociali. In relazione a questo settore cominciamo a sottoporvi le prime considerazioni. La legislazione è ricca di progetti ed incentivi al reinserimento nell’ambito del mercato del lavoro o di supporto al reddito. Ecco una rapida sintesi.
Attualmente gli ammortizzatori sociali prevedono i seguenti provvedimenti:

a) cassa integrazione
b) mobilità
c) contratti di solidarietà
d) indennità di disoccupazione
e) indennità di mobilità
f) lavori socialmente utili
g) progetti e programmi vari di incentivazione al reinserimento o inserimento lavorativo

Sono tutti strumenti che oggi vengono utilizzati in maniera abbastanza completa, forse senza nemmeno troppo controllo da parte degli enti governativi. Uno dei dubbi che la legislazione si è sempre posta è per esempio la veridicità dello stato di temporanea inefficienza delle aziende, causa che spesso spinge le stesse alla richiesta di ingresso in mobilità o in cassa integrazione o l’adozione di contratti di solidarietà.
Sono tutti strumenti che prevedono innanzitutto un’ uscita graduale (anche se non dovrebbe essere così) dei lavoratori da un’azienda (vedi la cassa integrazione o la mobilità) che anche se trattasi di periodi transitori spesso si trasformano in un lungo stillicidio (max 48 mesi) prima di mettere alla porta il dipendente.
Le altre forme di ammortizzazione sociale si rivolgono invece ai lavoratori che sono già usciti da uno stato occupazionale come per esempio l’indennità di disoccupazione, oppure i lavoratori socialmente utili e per grandi linee anche i vari progetti e programmi.
Ciò che invece non viene previsto dalla legislazione attuale relativa agli ammortizzatori sociali è il tentativo di aiutare certamente le aziende in difficoltà di esubero di personale o in difficoltà economico-organizzative, ma anche di sostenere il lavoratore nella certezza di uscire da un’azienda ed entrare quasi immediatamente in un'altra. La soluzione esiste ed è percorribile. Da pochissimi anni si sono affacciate sul mercato italiano aziende che si occupano di outplacement. Che cosa è l’outplacement? E’ un’azienda che ha due tipi di utenza.:

1. le aziende
2. i lavoratori

Le aziende si rivolgono all’outplacement di solito quando sono in esubero di personale oppure quando hanno volontà di allontanare un proprio dipendente per qualsiasi motivo. L’azienda si fa carico delle spese e chiede all’outplacement di cercare una nuova collocazione sia a gruppi interi di lavoratori sia a singoli lavoratori. I lavoratori si rivolgono all’outplacement, quando ritengono che la propria azienda stia per “eliminarli” in qualche maniera, che sostiene volontariamente le spese (che spesso non sono da poco) e comincia un percorso (abbastanza meticoloso) di ricollocazione, fino al momento in cui il dipendente lascia la vecchia azienda ed entra nella nuova.
La proposta è di rendere obbligatorio l’outplacement nei contratti a tempo indeterminato. Ciò significa che un’azienda nel momento in cui assume un dipendente si fa automaticamente carico (nell’eventualità fosse necessario) anche della sua uscita. In alcuni stati europei questa obbligatorietà è già esistente.
Riteniamo fosse giusto che nel contratto di assunzione a tempo indeterminato, oltre alle varie diciture obbligatorie, fosse inserita anche questa. E’ un segno di grande eticità da parte delle aziende e di serenità da parte dei lavoratori. Proponiamo inoltre di porre anche delle limitazioni per non gravare eccessivamente sulle aziende per cui il concetto sostanziale è il seguente:
Outplacement obbligatorio nelle assunzioni a tempo indeterminato quando il dipendente abbia raggiunto almeno i 3 anni di anzianità o che abbiano un’età superiore ai 39 anni, con obbligo di citare il provvedimento sul contratto di assunzione. Fondo a garanzia dell’outplacement con una percentuale al 30% a carico del lavoratore (trattenuta in busta paga) e 70% azienda (visibile su busta paga). In fase di liquidazione la parte derivante dal surplus non utilizzato finisce nel fondo pensionistico alternativo del lavoratore e quello di spettanza dell’azienda in un fondo aziendale da nominare. L’outplacement non si applica per le dimissioni volontarie.
Un’altra cosa significativa nell’ambito degli ammortizzatori sociali è la questione dei lavoratori socialmente utili. Generalmente i lavoratori socialmente utili vengono fuori da periodi di cassa integrazione o di mobilità. Il governo “sensibile” ha stabilito che dopo gli istituti di mobilità e cassa integrazione, lo stillicidio non debba finire ma continuare utilizzando queste persone in attività utili per la collettività, spesso elargendo incentivi affinché gli enti locali si facessero carico di questi lavoratori temporaneamente e solo in categorie retributive molto basse (A, B1 e B2); per cui non è difficile che il giardiniere che cura le aiuole del vostro parco pubblico sia un LSU, per esempio. Quando è finito il periodo di lavoro (max 12 mesi) che cosa succede?? Apparentemente non accade nulla. Per cui l’esperienza e la professionalità acquisita, a meno che non si riesca a venderla nel settore privato, è totalmente da cestinare. Non esiste nessun provvedimento che faccia acquisire punteggio ai LSU per eventuali concorsi pubblici banditi dagli enti locali nelle categorie A, B1 e B2. Per cui la ecco la proposta:
I lavoratori socialmente utili che abbiamo acquisito un’esperienza di 12 mesi presso enti locali acquisiscono punteggio utile nelle graduatorie per i concorsi pubblici anche di enti locali diversi da quelli dove è stata prestata la propria attività.
Inoltre si vuole lanciare la proposta di un nuovo ammortizzatore sociale a beneficio di tutti coloro che intraprendono dei contratti a termine (somministrazione, contratti a tempo determinato, ecc.) ove la contribuzione è equiparata a quella che generalmente viene versata per un qualsiasi contratto a tempo indeterminato. Per tutti coloro che accumulano almeno 6 mesi di lavoro (anche discontinui nell’arco dell’anno) il restante periodo mancante di contribuzione viene versato dallo stato. I fondi potrebbero essere presi dal lavoro dei detenuti. Esistono delle realtà carcerarie (pochissime) dove la pena si trasforma in lavoro attraverso la produzione di manufatti generalmente artigianali o comunque di lotti abbastanza esigui. Riteniamo utile, invece, organizzare una produzione su larga scala. Le strutture produttive sorgerebbero affianco alle carceri (ove sia possibile, ovviamente) per agevolare la gestione dei detenuti, diminuire le spese, azzerare i rischi di probabili evasioni. Tali strutture produttive sarebbero statali o quanto meno di formula mista tra il pubblico e privato. I beni prodotti sarebbero concorrenziali in quanto non graverebbero dei costi di personale, ciò significa che al detenuto non viene elargita retribuzione, malattia (ovviamente), ferie (per forza…), indennità… ecc. ma solo un’assicurazione per eventuali infortuni; quindi per il personale di tali strutture produttive basterebbero solo delle aperture di posizioni INAIL e di conseguenza solo il relativo versamento assicurativo. Ovviamente tutto il personale dovrà essere rappresentato esclusivamente da detenuti, sia a livello amministravo/contabile, sia come manovalanza, magazzino, spedizioni, commerciale, ecc. Ci dovrebbe essere solo un supervisore esterno già retribuito dallo stato come per esempio il direttore del carcere, oppure il responsabile amministrativo del carcere, ecc. ecc.
Il ricavato (si intende per ricavo il netto derivante dalla sottrazione delle spese di gestione) di tali produzioni dovrà essere ripartito nel seguente modo:
60% a favore della contribuzione dei lavoratori discontinui.
20% a favore dei detenuti a titolo di buona uscita quando escono dal carcere.
20% direttamente nelle casse dello stato e se la partecipazione è mista tra pubblico e privato una parte anche agli imprenditori (le percentuali possono essere riviste ovviamente).
I benefici che ne conseguono sono:

1. Contribuzione ai lavoratori precari che almeno avrebbero la speranza di raggiungere una pensione decente.
2. Un giro di liquidi in mano allo stato che fino al momento in cui non vengono elargiti al dipendente a fine carriera ed al detenuto a fine pena, possono essere utilizzati nei modi più disparati.
3. Il detenuto ha doppio beneficio, cioè una professionalità che può vendersi appena esce dal carcere ed una liquidazione o buona uscita per rifarsi una vita.
4. Una riabilitazione psicologica del detenuto che sconta realmente una pena simile ai lavori forzati, per cui circa 9 o 10 ore da impiegare nel lavoro piuttosto che imparare le arti della criminalità organizzata che di solito si insegna in carcere.
5. La produzione di beni realmente concorrenziali di cui beneficia l’intera comunità.
Ovviamente questo progetto avrebbe un senso solo se applicato su larga scala, in pratica utilizzando tutti i detenuti (escluso i pericolosi ovviamente) di tutte le carceri italiane. Possono essere ristrutturati capannoni in disuso, riabilitati edifici mai mesi in funzione o creare strutture completamente nuove.
La tipologia di produzione applicabile a questo progetto non ha limiti perché potrebbe riguardare vari settori escludendo solo produzioni alimentari che prevedono delle norme di sicurezza ed igiene più articolate.
FONDI PREVIDENZIALI
Introduzione dell’obbligo, da parte dell’imprenditore, di aprire un’ assicurazione vita per ciascun dipendente ,che sarà valida per tutta la sua carriera lavorativa. Ma la scelta della societa' assicurativa spettera' al dipendente. Il governo dovrà incentivare l'imprenditore detassandolo, per quanto ammonta il costo assicurativo mensile. Il dipendente invece, a fine carriera, potrà decidere, se il premio maturato della sua assicurazione verrà ritirato sotto forma di pensione integrativa o in un’unica soluzione come se fosse un TFR. Inoltre, in caso di morte prematura del dipendente stesso, in caso di opzione d’erogazione sotto forma di pensione integrativa, la stessa passerà automaticamente al parente più prossimo( moglie,figlia, etc etc). Sempre in caso di morte prematura e dopo magari aver versato solo 5
anni la compagnia assicuratrice sara' obbligata a liquidare la famiglia solo per i 5 anni versati (dando cosi possibilita' alla famiglia di sostenere eventuali spese funerarie).
TELELAVORO
Si vuole proporre inoltre il telelavoro che in un paese sviluppato dovrebbe essere un pilastro sociale della tecnologia volto a migliorare la qualità della vita dei cittadini. Premesso che esistono delle tecnologie all’avanguardia per gestire in ogni modo il collegamento remoto tramite server permettendo a chiunque di svolgere il proprio lavoro in qualunque posto si trovi, occorre rendere fattibile il lavoro dalla propria abitazione. La proposta, ovviamente, riguarda solo il lavoro terziario di dipendenti e professionisti che comunque occupa una grande fetta del lavoro, soprattutto nelle grandi metropoli. Ci sarà la possibilità, da parte di tutti quei datori di lavoro informatizzati, di creare le premesse per far lavorare da casa i propri dipendenti 3 o 4 giorni a settimana. Il datore di lavoro, pertanto, dovrà fornire ai propri dipendenti dei mezzi necessari per il loro lavoro (materiale di cancelleria, sistemi informatici, telefoni aziendali, etc…). D’altro canto, sempre il datore di lavoro, potrà usufruire delle adeguate tecnologie e degli opportuni metodi di verifica dell’attività lavorativa durante l’orario di lavoro. Il dipendente sarà libero di accettare totalmente o parzialmente queste condizioni lavorative che comunque mirano a migliorare la qualità della vita del dipendente stesso. Lo stato dovrà incentivare il telelavoro, supportandolo con degli incentivi e sgravi fiscali per adeguare tali tecnologie, anche stipulando delle importanti convenzioni con i produttori leader di questo mercato. I fondi per questi incentivi saranno automatici derivanti dai benefici che conseguiranno dall’applicazione del telelavoro. I benefici valutati sono i seguenti:
- Diminuzione di traffico stradale negli orari di punta di apertura e chiusura uffici.
- Diminuzione dell’inquinamento per minore mobilità da parte dei cittadini.
- Diminuzione del problema dei parcheggi negli orari diurni vicino agli uffici.
- Diminuzione sovraffollamento dei mezzi pubblici negli orari di punta di apertura e chiusura uffici.
- Diminuzione dei costi di trasporto da parte dei lavoratori.
- Diminuzione di stress da parte dei lavoratori.
- Sviluppo economico significativo delle aziende leader nel settore di tali tecnologie.
- Incentivazione per la creazione di nuove aziende che producano tali tecnologie.
- Informatizzazione delle aziende sviluppate nel terziario.
Ad esempio, evitando di impiegare notevoli risorse per la gestione del traffico, dei parcheggi, e del trasporto pubblico, si potrebbero recuperare i fondi d’incentivazione al progetto. Riteniamo, tuttavia, che sia di fondamentale importanza mantenere almeno un giorno o due a settimana in cui il dipendente si rechi in ufficio per gestire quei rapporti interpersonali con i colleghi e datori di lavoro, e per gestire alcuni aspetti per cui si necessita della presenza fisica nei locali aziendali.

L'ULTIMA PARTE SUL TELELAVORO E' LA STESSA GIA' RIPORTATA NELLA SEZIONE RIGUARDANTE I TRASPORTI E L'URBANISTICA PERCHE' RIGUARDANTE ENTRAMBI I PROGRAMMI.

ANCHE QUESTO PROGETTO E' SPONOSRIZZATO DA TEMPO DA RPI. VI CHIEDO COSA NE PENSATE.

Lavoro e previdenza

1 Abolizione della legge 30 (legge Biagi).
2 Lotta al lavoro nero.
3 Revisione delle normative per la sicurezza sui posti di lavoro, con l'introduzione di sgravi fiscali e contributi per le aziende che vanno oltre il rispetto della legislazione in materia.
4 Aumento del numero degli ispettori dei cantieri per la sicurezza sul lavoro.
5 Messa in atto di ammortizzatori sociali a sostegno di chi si trova in condizioni di precarietà lavorativa.
6 Reddito di cittadinanza per chi è privo dei mezzi necessari per vivere.
7 Riforma del sistema previdenziale per garantire a tutti i pensionati una buona qualità di vita.
8 Vincolo per legge di una quota minima dei bilanci comunali da destinare alle politiche sociali per combattere le povertà.

A) La DIGNITÀ DEL LAVORO, cioè:
1) la realizzazione di una condizione in cui il lavoratore possa ottenere una remunerazione sufficiente e continuativa,
2) sia partecipe, protagonista e corresponsabile della impresa,
3) abbia la netta e reale percezione di svolgere una attività volta a promuovere il ben-essere della intera Collettività,
4) non sia oberato e perseguitato da una situazione debitoria poco sostenibile.
B) LA DEMOCRAZIA DEL LAVORO in ottemperanza ed applicazione dell’Articolo 46 Costituzione Italiana che così recita: “Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”, si ritiene importante incentivare (oltre al finanziamento di ditte individuali, associazioni tra professionisti e piccole società) la nascita di cooperative, e di imprese miste costituite sulla base di capitale privato e/o pubblico Regionale e del FONDO REGIONALE DEL LAVORO ove i lavoratori siano cogestori della attività, beneficiari di una parte degli utili e cointestatari di piccole quote societarie.
C) UTILITA’ DEL LAVORO.
Questo fondo dovrà finanziare solo ed esclusivamente quelle attività che si ritengono essere strategiche e congeniali alle caratteristiche Lazio e ai bisogni della sua popolazione. Riteniamo, ad esempio, da questo punto di vista di primaria importanza tutto il settore che riguarda l’implementazione della produzione di energia da fonti rinnovabili nonché quello del turismo (attraverso l’aumento della conoscenza e la valorizzazione di cui quei numerosissimi siti turistici che, al di là Roma impreziosiscono la nostra regione). Da questo punto di vista pensiamo ovviamente, ad esempio, alla diffusione e all’aumento della recettività attraverso agriturismi in cui si pratichino coltivazioni con metodologie biologico-biodinamiche ed autoproduzione di energia attraverso fonti rinnovabili.

COSTITUZIONE DEL FONDO
Il fondo può essere alimentato attraverso varie fonti:
Risorse pecuniarie direttamente destinate dalla Regione
Emissione di Buoni Regionali del Lavoro
Destinazione del 5 per 1000
Sponsorizzazioni
Donazioni

EROGAZIONE DEL FONDO
I cittadini della Regione Lazio che risultano essere disoccupati, sottoccupati e precarizzati possono presentare idee che verranno vagliate per una prima valutazione di congruenza. Successivamente le idee selezionate diventeranno veri e propri progetti grazie all’ausilio di tecnici messi gratuitamente a disposizione dalla Regione.
Una volta valutata la fattibilità e la redditività verranno finanziati a tassi estremamente agevolati dal Fondo stesso. Il tutto in tempi che non devono mai superare i sei mesi a partire dalla presentazione della domanda


Cosa proponiamo

1) Riduzione impronta ecologica di un’intera comunità, attraverso progetti che cambiano i comportamenti quotidiani dei cittadini

Esperienze concrete

A) Comune di Venezia
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/pr...i-qcambierestiq

B) Comune di Capannori (LU)
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/pr...fitte-in-piazza

C) Comune di Colorno (PR)
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/pr...ratis-a-colorno

D) Comune di Desenzano (BS)
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/pr...-di-capitan-eco

E) Provincia di Ferrara
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/pr...etto-da-ferrara

F) Provincia di Piacenza
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/pr...cia-di-piacenza

G) Comune di Bagnacavallo (RA)
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/pr...-a-bagnacavallo

H) Comune di Mezzago (MI)
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/pr...-del-territorio

I) Comune di Laveno Mombello (VA)
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/pr...getico-a-scuola

L) Comune di Monsano (AN)
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/pr...rmata-a-monsano
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/ne...una-volta-primo

M) Comune di Torrile (PR)
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/pr...lorno-e-torrile

N) Comune di Melpignano (LE)
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/ne...a-melpignano-le
http://www.comunivirtuosi.org/index.php/ne...e-della-taranta

AGRICOLTURA

incentivare la piccola agricoltura magari assegnando piccoli appezzamenti di terra in base a requisiti/graduatoria come si fa per gli orti urbani e magari un sussidio ai nulla tenenti che vogliono provare a vivere con i prodotti coltivati personalmente.

Parallelamente andrebbe creato un efficace sistema di controllo per evitare abusi.

Dovremmo studiarci anche la petizione sulla campagna popolare per una legge che RICONOSCA L’AGRICOLTURA CONTADINA E LIBERI IL LAVORO DEI CONTADINI DALLA BUROCRAZIA.

ECONOMIA

1 Recupero delle risorse finanziarie pubbliche.
2 Riduzione dei costi della politica attraverso:
a) abolizione di grandi e piccoli privilegi di cui godono gli addetti ai lavori dirigenziali della Regione
b) abolizione dei doppi e plurimi incarichi politici con relative retribuzioni e prebende;
c) riduzione del numero di Consiglieri, di assessorati, di commissioni e soppressione di strutture parassite
e) adeguamento del trattamento pensionistico dei consiglieri regionali a quello di tutti gli altri cittadini;
h) costituzione di una Commissione Regional per la valutazione sull'utilità ed economicità delle opere pubbliche;
Ciò avrebbe il duplice effetto di ridurre il peso fiscale sui cittadini e di riportare la politica al suo ruolo costituzionale di servizio, restituirle dignità e credibilità, ridare fiducia a quanti si sono allontanati da essa.
3 Ripristino del pagamento dell'ICI da parte degli immobili di proprietà di Enti Religiosi, adibiti ad attività economiche.
4 Riduzione drastica delle spese militari.
5 Recupero dei finanziamenti impropriamente erogati attraverso il meccanismo dei certificati verdi / CIP6.
6 Utilizzo dei Fondi Dormienti, delle riserve auree e monetarie acquisite dalla Banca d'Italia, e dei diritti di signoraggio che ora la Banca d'Italia incamera, dalla BCE, al posto dello Stato Italiano.


QUOTE
Tasse

7 Lotta all'evasione fiscale, a cominciare dalla enorme quantità di beni mobili ed immobili della criminalità organizzata.
8 Esenzione fiscale totale per i redditi più bassi.
9 Introduzione della Tobin Tax per tassare la speculazione e dare priorità alle spese sociali.
10 Introduzione di meccanismi virtuosi di detrazione o deduzione fiscali di tutte le spese sostenute, regolarmente certificate da scontrino o fattura
 
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michelerpi
view post Posted on 29/10/2009, 17:40




Ti occupi anche tu dell'economia Frà ? Sono d'accordo che a Novembre mi incontravo con Luca Palmara ed Orazio Fergnani io per occuparcene in dettaglio.....
 
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Rughetto
view post Posted on 29/10/2009, 21:55




come ho già spiegato per telefono queste sono sintesi su cui potete lavorare meglio.

 
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2 replies since 29/10/2009, 12:08   43 views
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